Episiotomia: quel “taglietto” alle parti intime
(fonte principale delle informazioni: Genitori Channel)
L’episiotomia non migliora gli esiti del parto
L’episiotomia è stata introdotta nel 1800, ma cominciò ad essere utilizzata di routine negli anni ’70 nella convinzione (che oggi sappiamo essere errata) che fosse utile per:
- evitare i traumi da lacerazione spontanea del perineo
- aumentare il benessere del bambino alla nascita
- ridurre il dolore nella fase espulsiva
- ridurre la durata della fase espulsiva
- ridurre l’incontinenza dopo il parto, e prolasso utero vaginale in età avanzata.
Le evidenze scientifiche degli ultimi anni (v. intervista del dott. Michael Stark e i riferimenti alla fine dell’articolo) mostrano con chiarezza che l’episiotomia non favorisce nessuno di questi fenomeni mentre genera molti altri problemi.
I problemi che possono derivare dall’episiotomia
L’episiotomia, non solo non aiuta a prevenire o ridurre dolore, lacerazioni, incontinenza, o a migliorare il benessere fetale, essa, al contrario risulta dannosa.
- un’episiotomia procura un’incisione più grave e profonda del perineo, rispetto alle lacerazioni naturali che ledono più raramente il tessuto muscolare e sottocutaneo,
- se il neonato sta bene, l’episiotomia non migliora le sue condizioni di salute,
- con l’episiotomia c’è una maggiore perdita di sangue della mamma,
- non migliorano gli esiti sull’incontinenza materna post parto,
- vi è un immediato decorso post parto più doloroso,
- la ripresa dei rapporti sessuali è più rapida SENZA episiotomia.
L’episiotomia non va fatta ma “quasi tutti” la fanno… possibile?
Purtroppo, nonostante le evidenze scientifiche siano chiare in proposito, nella maggior parte degli ospedali e delle cliniche è ancora praticata molto spesso (per il Ticino vedi statistiche allegate), anche se all’inizio si dice che: “la pratichiamo solo quando serve”.
In Svizzera la subisce in media una donna su 4 (nel 2011 era praticata nel 26.4% dei parti vaginali), con un trend in discesa. Ma ci sono notevoli differenze fra ospedali. In Ticino nel 2011 la media negli ospedali dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) era del 31% (non esiste il dettaglio per ogni ospedale), nella clinica Sant Anna del 27,9% e nella clinica Santa Chiara 46,7% (v. tabelle allegate).
In Italia è praticata sul 70% delle partorienti nell’Italia del sud e sul 60% a nord. (5)
Tutto questo significa che troppe donne durante il parto subiscono un taglio delle parti intime, con conseguenze (a volte anche gravi) sulla propria vita sessuale e fisica, senza che vi siano motivazioni mediche specifiche. Negli ospedali dove c’è attenzione a non abusarne (purtroppo rari), viene impiegata solo nel 5-7% dei casi.
L’episiotomia nelle maternità del Cantone Ticino
Fonte: UFSP (Uff. Federale di Statistica), Indicatori di qualità degli ospedali svizzeri per cure acute.