“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo,
dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Il sangue del cordone

Il sangue del cordone appartiene al bambino

Ritardare il taglio del cordone ha importanti vantaggi!

  • Nel delicato processo di adattamento del neonato durante il passaggio dal grembo all’ambiente esterno, il sangue del cordone continua a pulsare per diversi minuti e porta al bambino ossigeno, cellule staminali e altre sostanze preziose, come ad esempio una riserva di ferro per almeno 4 mesi.
  • Ritardando il taglio del cordone ombelicale, il neonato riceve più sangue e rimanendo a stretto contatto pelle a pelle con la madre lo sviluppo del suo sistema immunitario ne sarà avvantaggiato. Il suo microbioma infatti sarà colonizzato dai batteri della madre, che gli sono già familiari.
    Posato subito sul petto della madre potrebbe trovare facilmente il capezzolo e succhiando il primo colostro anche la sua flora intestinale (molto importante per il sistema immunitario) riceverebbe i batteri più idonei per svilupparsi. Inoltre stimolerebbe nelle madri ulteriori forti scariche di ormoni, fra cui l’ossitocina, che favorisce le contrazioni necessarie all’espulsione della placenta.
  • Ritardando il taglio del cordone, si evita al neonato il trauma di una separazione brusca e precoce dall’unico luogo sicuro che conosce -il corpo della madre- grazie al meccanismo ormonale dell’imprinting, base fisiologica di un forte attaccamento fra madre e bambino, che aiuta a preservare la sua fiducia nella vita e la sua capacità di amare.
  • Recentemente uno studio publicato da JAMA Pediatrics sembra mostrare persino dei vantaggi di natura neurologica riscontrabili a 4 anni di età nella motricità fine e nella socievolezza.

Per tutti questi motivi, già dal 2007, l’OMS raccomanda il clampaggio ritardato del cordone perché -contrariamente a certe credenze- non è dimostrato che comporti un aumento del pericolo di emorragia per la madre. Conviene dunque attendere al minimo 2-3 minuti prima del clampaggio (tranne se il bambino è asfittico e richiede una rianimazione immediata).
Meglio ancora sarebbe attendere fino a quando il cordone cessa completamente di pulsare o fino all’espulsione della placenta. Alcuni genitori scelgono persino di rinunciare del tutto al taglio del cordone; una pratica conosciuta col nome di parto Lotus.

Rinunciare alla donazione o alla conservazione autologa non è un atto di egoismo!

Ritardare il taglio del cordone è sicuramente un atto di amore e di rispetto per il bambino, perché i vantaggi che ne trae sono immediati, sicuri e di grande importanza per la sua salute psico-fisica. Questo è particolarmente vero se li confrontiamo con l’improbabile utilizzazione autologa delle sue cellule staminali nella prospettiva dell’ipotetica guarigione da un’eventuale futura malattia grave. Infatti, le cellule generate dalle staminali del bambino potrebbero non riconoscere come estranee le sue cellule malate, poiché esse provengono comunque dallo stesso organismo. Inoltre potrebbero contenere cellule malate residue, in grado di determinare una ricomparsa della malattia. Servono dunque, caso mai, delle cellule di donatori sani e non le proprie.

Per questo motivo, anche se approvano la donazione per i trapianti allogenici, la maggior parte delle autorità sanitarie sconsigliano -o persino vietano- le banche private che, a costi rilevanti, promuovono (anche in Svizzera) la conservazione autologa del sangue del cordone sostenendo che le cellule prelevate dal cordone: “…potranno essere utilizzate in futuro per curare e forse per salvare la vita del neonato cui sono state prelevate”.

Ad esempio il Gruppo Europeo di Etica della scienza e delle tecnologie presso la Commissione Europea nota: “Conviene interrogarsi sulla legittimità delle banche commerciali di sangue del cordone ad uso autologo, visto che propongono un servizio che a tutt’oggi non presenta alcuna utilità reale in termini di possibilità terapeutiche. Queste banche promettono più di quanto possano offrire. Le loro attività suscitano gravi critiche sul piano etico.” 

Critiche ampiamente sviluppate dal consiglio di etica dell’Ospedale Universitario di Ginevra.
Sconsigliano la conservazione autologa in banche private sia l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), sia l’American Academy of Pediatrics (AAP), come pure la Società Svizzera di Ginecologia e Ostetricia.
Nel parere di esperti No.24 della Commissione di controllo della Società Svizzera di Ginecologia e Ostetricia, pubblicato nel 2007: “Donazione di sangue del cordone: fatti rilevanti”, pubblicato nel 2007, si legge: “Il momento del clampaggio del cordone sembra importante per il sangue che rimane nel cordone e nella placenta. Tuttavia il clampaggio precoce non è ammissibile perché può provocare ipovolemia e anemia del neonato. Non si deve perciò modificare il momento del clampaggio del cordone.”

A tutt’oggi non esistono dunque evidenze scientifiche che giustifichino una conservazione puramente autologa, dedicata allo stesso neonato. Inoltre, spesso, le cellule di un solo cordone sono insufficienti per un trapianto efficace. Forse anche per questo, Marisa Jaconi dell’Università di Ginevra, una delle massime esperte svizzere nel campo della ricerca sulle cellule staminali, fa notare che fra gli specialisti di trapianti “l’uso delle staminali da cordone è sempre meno preso in considerazione”.

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