Sentieri nelle Medical Humanities
Esperienza di parto calma e consapevole
Un cambio di narrativa necessario
«Perché nella maternità adoriamo il sacrificio?» chiedeva Sibilla Aleramo nel 1906, nel suo romanzo autobiografico Una donna, uno dei primi libri femministi apparsi in lingua italiana. Nonostante molti progressi siano stati effettuati da quando Aleramo scrisse il suo testo di denuncia, la domanda sul sacrificio e sulla sofferenza materna resta aperta, soprattutto se si riferisce all’inizio della vita. La narrativa dominante riportata nella nostra società e la serie di «racconti dell’orrore» contribuiscono, infatti, a tramandare un’immagine negativa di travaglio e parto, perpetuando la paura nei confronti della nascita, vissuta con timore invece che come empowerment.
Fin dalla nostra infanzia le storie che sentiamo, i film e le serie televisive che ci vengono proposte ci bombardano di immagini stereotipate e caricaturali che rafforzano l’idea che il parto sia un evento doloroso su cui le madri hanno poco o nessun controllo.
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