“Se vogliamo raggiungere una vera pace in questo mondo,
dovremo incominciare dai bambini.”
Mahatma Gandhi

Sì al rooming in, ma alle condizioni giuste!

L’Associazione Nascere Bene Ticino esprime il proprio cordoglio per la triste vicenda nella quale sono coinvolti una mamma e il suo neonato, morto soffocato durante il rooming in all’ospedale Pertini di Roma.

Non è nostra intenzione entrare nel merito dei fatti, che in questo momento sono al vaglio degli inquirenti. Tuttavia, questa tragedia non lascia indifferenti e impone delle riflessioni che ci sentiamo di condividere in questa sede. Fin dalla sua fondazione, la nostra associazione è impegnata nel promuovere il benessere di mamma e bambino durante il percorso perinatale e nel favorire nei genitori delle scelte consapevoli e basate sulle evidenze scientifiche.

A questo proposito, precisiamo che le decisioni cliniche devono essere condivise con le coppie e che le evidenze scientifiche devono essere declinate secondo i bisogni e le preferenze individuali delle singole partorienti. Per garantire la qualità della presa in carico, infatti, è fondamentale porsi all’ascolto delle donne e valorizzare la loro prospettiva. Ciò è valido per qualsiasi procedura ostetrica, compreso il rooming in. Questa pratica consiste nella possibilità di condividere la propria stanza con il bambino per tutta la durata della degenza, senza limiti di orario. Il rooming in è raccomandato dall’OMS e dall’UNICEF e comporta diversi benefici scientificamente dimostrati, favorendo tra le altre cose il legame mamma-bambino e l’avvio dell’allattamento. In particolare, il contatto pelle a pelle con la mamma funge da regolatore delle funzioni vitali del neonato, aiutandolo ad adattarsi con gradualità e dolcezza al nuovo ambiente extrauterino. Il rooming in è salutare anche per la madre, nella misura in cui incoraggia la sua competenza materna e riduce le perdite ematiche post-parto e il rischio di depressione.

Tuttavia, nonostante i suoi vantaggi, questa pratica deve essere il frutto di una scelta libera e informata della coppia e non deve essere imposta dalla struttura. In altre parole, il rooming in deve poter essere vissuto dalla donna come un’opportunità e deve essere proposto senza regole rigide, lasciando scegliere alla mamma se e quanto a lungo adottarlo. Bisogna inoltre accertarsi periodicamente delle condizioni psicofisiche della donna e offrirle un supporto adeguato, perché quando nasce un bambino nasce anche una madre. Il post-parto, in particolare, può essere accompagnato da insicurezza, pensieri ambivalenti, dolori e spossatezza, soprattutto in presenza di un travaglio prolungato o di una nascita chirurgica. In questi casi, un rooming in vissuto in solitudine può rivelarsi molto faticoso per la mamma.

Per tale motivo, riteniamo che la permanenza in camera senza vincoli di orario dovrebbe essere estesa anche ai papà, offrendo d’ufficio a tutte le coppie le camere famiglia, conformemente al modello elaborato e proposto dal personale infermieristico del Dipartimento Donna Bambino (DDB) dell’Ospedale della Beata Vergine (OBV) di Mendrisio e a quanto richiesto nel nostro Appello per un’esperienza di parto positiva nelle maternità ticinesi (leggi l’Appello).

A tal proposito, segnaliamo anche che quando il parto avviene con la propria levatrice di fiducia, a domicilio o nella Casa Maternità e Nascita, è sempre garantita la presenza senza vincoli di orario del padre, di qualche parente e/o della levatrice e/o di una doula. Questa opzione può essere scelta dalle donne con gravidanze a basso rischio, è prevista e coperta dalla LAMal ed è offerta anche in Ticino.

In ogni caso, è importante che le strutture sanitarie dispongano di personale qualificato e in numero sufficiente, e che sia garantita la continuità dell’assistenza al bambino e alla donna, che deve essere sostenuta nel nuovo ruolo di mamma, da un lato valorizzando le sue risorse e la sua competenza, dall’altro facendosi carico della sua vulnerabilità e dei suoi bisogni, che non vengono meno solo perché la donna ormai è diventata madre. La cura degli altri non può darsi senza la cura di sé: solo a questa condizione la maternità da sacrificio diviene dono meraviglioso.

Leggi l’intervista a ANBT nell’approfondimento del CdT (online 31.01.2023): La tragedia del Pertini svela che la maternità ha anche un lato oscuro 

Leggi l’articolo di Nadia Maria Filippini su Il Fatto quotidiano “Dal passato impariamo a prenderci  cura delle neomamme” (15.2.2023)

Nadia Maria Filippini, storica e già docente universitaria, autrice del libro “GENERARE, PARTORIRE, NASCERE – Una storia dall’antichità alla provetta” è stata ospite di ANBT in occasione della conferenza “NASCERE IERI, NASCERE OGGI
Una storia travagliata”. Il video della conferenza è reperibile sul nostro canale YouTube.

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